Questa settimana ha messo a dura prova il mercato delle criptovalute, con una volatilità che ha sorpreso molti investitori. Lunedì 3 febbraio ha segnato un nuovo record di liquidazioni, con un crollo significativo per Bitcoin e Ethereum, mentre per le altcoin la situazione si è rivelata a dir poco complicata. Diversi fattori, tra cui tensioni geopolitiche e l’alta esposizione in leva, hanno contribuito a creare un clima di incertezza. I dati di Coinglass parlano chiaro: oltre 2,3 miliardi di dollari in liquidazioni nel solo giorno di lunedì, mentre alcune stime collocano il numero reale tra 8 e 10 miliardi. Mentre Bitcoin ha saputo recuperare parte delle perdite iniziali, Ethereum ha mostrato flessioni più evidenti. La situazione per la DeFi ha rivelato un certo grado di resilienza, con protocolli come AAVE che hanno gestito bene le liquidazioni. Non solo le criptovalute, ma anche i mercati tradizionali, compresi gli indici azionari e il mercato dell’oro, meritano un’analisi approfondita.
Liquidazioni e il crollo dell’open interest
Febbraio inizia con una fortissima volatilità, inflitta da notizie riguardanti dazi commerciali. Le tensioni geopolitiche stanno influenzando in maniera decisiva i mercati, con aperture settimanali che si dipingono di rosso. La notte del 3 febbraio segna un punto di svolta: il mercato crypto ha subito una forte flessione, registrando il più grande evento di liquidazioni della sua storia. In questo contesto, il valore di Bitcoin è sceso da 98.000 dollari a un minimo di 91.000 per poi recuperare fino a chiudere poco sopra i 101.500. Al contrario, Ethereum ha risentito di un calo del 26% in poche ore, perdendo quota a 2.100 dollari prima di risollevarsi. Le liquidazioni stimate in 2,3 miliardi di dollari sono un segno dell’enorme speculazione nel mercato. Ben Zhou, CEO di Bybit, ha messo in discussione questi dati, suggerendo che il totale delle liquidazioni potrebbe essere molto più alto, attestandosi tra 8 e 10 miliardi, esprimendo preoccupazioni per l’alta esposizione degli investitori.
La flessione ha notevolmente impattato l’open interest , creando una ricalibratura tra le varie posizioni. Il valore di OI su Bitcoin ha visto una contrazione da 64,5 miliardi a 61,5 miliardi, mentre per Ethereum la diminuzione è stata più marcata, passando da oltre 31 miliardi a circa 23 miliardi, registrando una caduta del 28%. Tale scenario ha dimostrato quanto sia vulnerabile il mercato alle speculazioni e ai movimenti di massa.
Bitcoin recupera terreno, Ethereum in difficoltà
Il crollo del mercato ha avuto effetti contrastanti sui vari asset digitali. Bitcoin si è mostrato sorprendentemente resiliente, aumentando la sua dominance al 65%, mentre Ethereum ha vissuto un periodo difficile, scendendo al di sotto del 10% di dominance per la prima volta dal luglio 2020. Crescita di competitor come XRP e Solana, e l’inarrestabile aumento dell’USDT, hanno ulteriormente eroso il valore di Ethereum. Molti analisti notano come il mercato crypto stia mostrando un netto favoritismo verso Bitcoin, il quale ha saputo attrarre un forte interesse da parte degli investitori.
Analizzando la coppia di scambio ETH/BTC, emerge chiaramente come l’andamento continui a seguire un trend discendente. I cambi di tendenza nel mercato non sono una novità, come dimostrano gli eventi del 2020 e 2021. Tuttavia, l’attuale situazione suggerisce che gli investitori siano cauti e posizionati in attesa di segnali più chiari.
Andamento macroeconomico e reazioni ai mercati azionari
Fino a qualche settimana fa, il lunedì era spesso associato a notizie di acquisti significativi da parte di Microstrategy. Oggi, però, il contesto è mutato drasticamente, con i mercati globali che mostrano segni di vulnerabilità. L’uscita delle notizie relative a DeepSeek ha portato a una fortissima escalation nelle principali azioni, con NVIDIA che ha registrato un calo del 17%, perdendo quasi $600 miliardi dal suo valore di mercato. Contestualmente, l’annuncio dei dazi imposti da Trump ha creato un’onda di incertezza, seguita da tentativi di recupero che hanno visto principalmente un “Buy The Dip”.
All’apertura della settimana, l’indice DXY ha mostrato un aumento dell’1,3%, indicando una forza del dollaro che ha provocato ribassi nei principali indici globali, registrando aperture iniziali a -2%. Tuttavia, i mercati azionari statunitensi, come Standard & Poor’s 500 e Nasdaq 100, sono riusciti a recuperare le perdite nella stessa sessione, continuando a mantenere solidità, anche se con una forte volatilità. Gli indici europei hanno mostrato dinamiche simili, con aperture negative ma recuperi sistematici successivamente. Tra queste fluttuazioni, l’oro ha riservato performance degne di nota, raggiungendo nuovi massimi storici, con una crescita dell’8,5% dall’inizio dell’anno.
Resilienza della DeFi e difficoltà per le altcoin
Il sistema DeFi ha dimostrato di poter resistere anche nelle condizioni più critiche, come nel caso di AAVE, che ha gestito oltre 210 milioni di dollari di liquidazioni in un solo giorno. Questo protocollo ha mostrato come una solida sinergia con Chainlink possa tradursi in efficienza operativa, senza creare debito insolvente. In un contesto di forte volatilità, AAVE ha dato una chiara dimostrazione della capacità del proprio ecosistema di adattarsi e affrontare le difficoltà di mercato.
Tuttavia, nonostante questa resilienza, le altcoin hanno subito un duro colpo. Mentre alcuni asset come LINK e AAVE continuano a mantenere un certo appeal, la maggior parte delle altcoin ha visto crollare i prezzi, perdendo i guadagni accumulati dal 6 novembre, giorno della vittoria di Trump. Il difficile contesto per le altcoin è evidenziato da un indice di stagionalità che indica come solo 32 altcoin nella top 100 abbiano mostrato performance superiori a Bitcoin negli ultimi 90 giorni. Questo scenario pone interrogativi su quali altcoin possano realmente recuperare nel lungo termine, dato il quadro attuale di volatilità e incertezze nel mercato crittografico.