Ecco i Paesi con la maggiore crescita di interesse sulle cripto

Coinmarketcap rivela alcuni interessanti dati statistici sull’interesse nei confronti delle criptovalute.

Coinmarketcap ha svelato quali sono i Paesi con il maggior aumento del numero di utenti nell’ecosistema criptovalutario. Un segmento di nazioni emergenti, di cui fanno parte – ad esempio – India, Pakistan, Colombia, Canada e Nigeria, ma dove non mancano anche nazioni europee come la Grecia e la Romania.

Cresce l’interesse globale per le criptovalute

Oltre all’andamento dei prezzi delle criptovalute e alle discussioni sugli eventi relativi al crollo del 12 marzo, Coinmarketcap ha scoperto che stanno emergendo due forti tendenze che ritiene “promettenti”.

La prima tendenza è la crescita trimestrale del 43,24% degli utenti femminili del proprio sito, a conferma di quanto l’interesse sia trasversale per genere. Il secondo trend è la crescita trimestrale del 46,04% degli utenti giovani (intendendo per tali quelli di età compresa tra i 18 e i 24 anni).

Per Coinmarketcap, in particolar modo, per quanto riguarda il segmento degli utenti giovani (18-24 anni), il continente dell’Oceania ha registrato il maggior balzo percentuale del 151,95%, seguito dall’Africa con il 91,47%.

In particolare, Coinmarketcap ha nominato nove Paesi con il maggior incremento di utenti tra i 18 e i 24 anni nel primo trimestre rispetto al precedente. I nove Paesi con almeno l’80% di crescita degli utenti sono stati guidati dalla Nigeria, che ha registrato un aumento del 210,6%, seguita dall’Australia (158,07%) e dalla Spagna (120,71%). Altri Paesi in testa sono stati il Canada (112,45%), il Messico (97,33%), il Regno Unito (91,48%), la Colombia (85,07%), l’India (83,07%) e il Pakistan (81,79%).

Cresce anche la quota rosa

Anche il numero di utenti femminili è aumentato notevolmente nel primo trimestre, ha rivelato Coinmarketcap. “Mentre abbiamo costantemente visto un numero crescente di utenti femminili, questo segmento ha visto una crescita particolarmente forte del 43,24% rispetto al trimestre precedente”, ha chiarito l’azienda, precisando, elaborando: All’interno del segmento delle utenze femminili, le Americhe e le regioni europee sono cresciute di oltre il 50% in utenti.

L’azienda ha inoltre nominato altri nove Paesi con il maggior incremento di utenti donne nel primo trimestre rispetto al precedente. La Grecia è in testa con una crescita del 163,67%, seguita da Romania (145,09%), Argentina (98,23%), Portogallo (89,95%), Indonesia (88,92%), Ucraina (86,68%), Repubblica Ceca (85,6%), Colombia (82,03%) e Venezuela (80,23%). Inoltre, la società ha riscontrato un aumento del 41% del numero di utenti di età superiore ai 65 anni. e

Bitcoin oltre 10.000 dollari ma… solo su questo exchange!

Bitcoin oltre 10.000 dollari? È appena avvenuto, ma solamente un exchange, FTX, che ha quotato per qualche tempo la criptovaluta più nota e capitalizzata del mondo per quasi 2.000 dollari in più di quanto invece stavano intanto facendo gli exchange più famosi. Ma per quale motivo?

Anche se per il momento non è ancora ben chiaro che cosa è accaduto a FTX (e, forse, non lo si saprà mai, considerato che il comparto degli exchange criptovalutari non brilla sempre per trasparenza), lo spread che si è venuto a creare tra il prezzo di Bitcoin su FTX e il prezzo di Bitcoin negli altri exchange, ha sollevato ben più di qualche polemica e perplessità nell’ecosistema criptovalutario e tra gli utenti di Twitter, che accusano l’operatore di manipolazione di mercato.

Alcuni utenti hanno altresì notato, non senza un pizzico di ironia, che poche ore prima di questo “fattaccio” Sam Bankman-Fired, il CEO di Alameda Research, la società detentrice di FTX, ha chiesto a CoinMarketCap di includere proprio FTX nel nuovo elenco di mercati spot più liquidi per il mondo criptovalutario.

Insomma, per FTX non è proprio un buon momento…

L’exchange Seed CX riduce le commissioni di trading

Al fine di contrastare ancora più efficacemente la ricca concorrenza di settore l’exchange Seed CX ha annunciato di aver ulteriormente ridotto le sue commissioni di trading, a un livello che sostiene essere quello “più competitivo a livello globale”. Leggi tutto “L’exchange Seed CX riduce le commissioni di trading”

BitMEX non aggiungerà altre criptovalute al proprio exchange

Negli ultimi giorni Arthur Hayes, co-fondatore e CEO di BitMEX, ha chiarito l’esistenza dei rumors relativi alla possibile aggiunta di un’altra criptovaluta sul proprio exchange.

Ricordiamo che BitMEX è un exchange particolarmente popolare tra i trader asiatici e che attualmente sono presenti nuovi token in uscita. Tuttavia, intervistato sull’aggiunta di altri token sulla piattaforma BitMEX, che ha solo quattro criptovalute in negoziazione – Bitcoin [BTC], Bitcoin Cash [BCH], Litecoin [LTC], e XRP – Hayes ha precisato che per il momento non c’è alcuna intenzione di aggiungere nuove criptovalute, considerato che i prodotti derivati richiedono sufficiente liquidità sul mercato a pronti.

Hayes ha detto, in particolar modo che “il mercato dei futures dovrebbe essere sempre più stretto e negoziare in misura maggiore del sottostante. E questo succede solo se si dispone di liquidità sufficiente sul mercato a pronti”.

Hayes ha spiegato che se BitMEX avesse quotato una qualsiasi criptovaluta presente in CoinMarketCap, i market maker non sarebbero stati in grado di coprire i rischi effettivi. Ha poi precisato che una piattaforma come Binance ha una lunga lista di token per i quali i market maker vogliono fissare il prezzo derivato con effetti potenzialmente negativi per i clienti.

“Dal punto di vista del cliente, sto trattando un prodotto con leva finanziaria con spread più ampio rispetto al sottostante sul mercato spot, e sto dunque solo aumentando il rischio di essere liquidato. E questo è qualcosa che non vogliamo fare” – ha poi precisato Hayes.

Hack su Bithumb, l’exchange fa la conta dei danni

Non accennano a placarsi le polemiche su Bithumb, il noto exchange asiatico che ha annunciato di essere stato colpito da un attacco hacker sulle proprie criptovalute.

L’exchange non ha ancora precisato quanto è andato perso, ma ZDNet ha scritto che gli addetti alla crittografia valutaria hanno già rintracciato le transazioni in uscita dall’indirizzo del wallet di Bithumb, scoprendo che sarebbero state rubati circa tre milioni di token EOS e 20 milioni di token XRP – Ripple. Il loro controvalore ammontava rispettivamente a 13,4 milioni di dollari e 6 milioni di dollari nel giorno del furto.

Bithumb si è scusato per l’incidente, e ha assicurato che nessun fondo degli utenti ne ha risentito. L’exchange ha poi precisato che, una volta rilevati prelievi anomali, ha messo tutti i fondi degli utenti in un cold wallet e ha bloccato tutti i depositi e i prelievi. Ricordiamo che il cold wallet, o conservazione “a freddo” è un metodo utilizzato per la conservazione a lungo termine delle valute crittografiche offline, al fine di ridurre la probabilità di furto dei fondi.

L’exchange ha poi precisato che l’avvenimento ha coinvolto alcuni insider, e ha ammesso che si è concentrato più sulla difesa da attacchi esterni, e meno sulla verifica del personale interno. Bithumb ha poi dichiarato di essere fiducioso di poter recuperare le monete virtuali rubate.

Non è un caso, forse, che due settimane fa Bithumb aveva riferito che avrebbe licenziato circa la metà dei suoi 310 dipendenti…

Criptovalute, il Vietnam vuole lanciare il primo exchange ufficiale

Il Vietnam sta per dare il via libera al primo exchange ufficiale di criptovaluta. Dietro tale mossa c’è una società svizzera operante nel settore della blockchain, Kronn Ventures AG, che ha annunciato di aver ufficialmente firmato un memorandum d’intesa con Linh Tanh Group, considerato il più grande gruppo di distribuzione del Vietnam.

La partnership spianerà la strada “per la produzione di criptovaluta l’istituzione di un sistema di exchange di criptovaluta ” nel Paese asiatico, si legge nella nota, che precisa poi che è già stata ottenuta una licenza per tale operatività.

Kronn Ventures AG ha sede a Zugo, in Svizzera, la “Silicon Valley” della criptovaluta. L’area ha infatti attirato numerose startup operanti nel settore della blockchain e altre aziende. Per quanto attiene le mosse di Kronn, non stupisce la sua presenza in Vietnam, considerato che la società europea ha già costituito un consorzio con cinque Paesi asiatici, Filippine, Sri Lanka, Cambogia, Vietnam e Bangladesh, proprio nel tentativo di costruire un “sistema di cablaggio internazionale”.

Sono in molti a chiedersi quali Paesi asiatici potranno realmente diventare hub per l’innovazione nel settore della blockchain, dato che la Cina ha represso da tempo la crescita del settore criptovalutario. Proprio tale mossa ha portato Binance, il più grande exchange criptovalutario del mondo per volume giornaliero, a stabilire avamposti in altri Paesi in cui la compagnia ritiene che i regolatori siano più “amichevoli” nei confronti del settore.

eToro porta nuovo exchange e wallet negli USA

Stando a quanto ci dice un comunicato di thenextweb, eToro, una delle più note società di social trading e brokeraggio multi-asset, ha lanciato negli Stati Uniti la sua piattaforma di exchange crypto-to-crypto. L’exchange è stato lanciato in 32 Stati negli Stati Uniti, ma non sono ancora noti tutti i dettagli del proprio servizio. Leggi tutto “eToro porta nuovo exchange e wallet negli USA”

Coinnest, l’exchange ammette di aver ceduto per errore 5 milioni di dollari di criptovalute

Coinnest si è trovata nel bel mezzo di una controversia, considerato che ha dovuto ammettere di aver accidentalmente distribuito agli utenti della propria piattaforma delle criptovalute per un valore di 6 miliardi di won sudcoreani (per un valore di circa 5,3 milioni di dollari). L’exchange ha ora annunciato che recupererà le criptovalute che sono state inviate accidentalmente agli utenti.

La settimana scorsa, l’exchange ha dunque ammesso di aver per errore inviato Bitcoin e altre criptovalute per un valore di 5,3 milioni di dollari. Un errore che – sostiene Coinnest – è dovuto a un problema tecnico di un computer: nel dettaglio, si stava cercando di distribuire il token We Games Token (WGT), ma per sbaglio sono stati inviati Bitcoin e altre criptovalute.

Coinnest ha precisato che ora intende invertire queste transazioni e che gli utenti non saranno compensati per le perdite che potrebbero aver subito. Lo stesso errore del server ha peraltro fatto sì che l’azienda abbia accidentalmente inviato per sbaglio i Won sudcoreani ad alcuni dei propri utenti.

Insomma, un bel pasticcio che sta ora cercando di esser riparato con un’operazione inversa all’airdop, termine che viene usato per descrivere l’incidente di un exchange di criptovalute che invia gratuitamente le criptovalute ai propri utenti. Una tecnica che è generalmente promozionale in fase di alcune ICO, ma che Coinnest ha invece realizzato in maniera del tutto impropria.

Al fine di rassicurare i propri utenti e l’opinione pubblica (ma ci riuscirà?), Coinnest ha anche precisato che i problemi del server sono stati risolti, e che già entro il 19 gennaio era stata recuperata metà delle criptovalute cedute in airdrop.

Ricordiamo infine che anche in passato il sistema exchnge Coinnest è stato coinvolto in controversie. Il CEO di Coinnest Kim Ik-hwan è infatti stato arrestato dalla polizia sudcoreana che lo aveva accusato di appropriazione indebita di fondi, anche se non è ancora chiaro se siano state trovate prove che provino queste accuse.

 

Coinbase valuta inserimento altre 30 criptovalute nel proprio exchange

Stando a quanto è emerso nelle ultime ore, Coinbase – il più noto exchange degli Stati Uniti, e uno dei più noti al mondo – ha affermato di stare considerando l’aggiunta di un’ampia gamma di asset criptovalutari alla propria struttura, includendo in essa anche la seconda più grande criptovaluta al mondo per capitalizzazione, XRP.

“Stiamo continuando ad esplorare l’aggiunta di nuovi asset, e lavoreremo con le banche locali e le autorità di regolamentazione per aggiungerli nel maggior numero possibile di giurisdizioni”, ha detto Coinbase in un post sul proprio blog .

All’inizio di quest’anno, ricordiamo, l’azienda ha aggiornato il proprio quadro di riferimento per decidere se aggiungere o meno una nuova criptovaluta, elencando come riferimenti alcuni fattori oggettivi come la sicurezza e la conformità, e altri meno tangibili come il caso se un progetto si possa allineare o meno con la “mission di Coinbase di creare un sistema finanziario aperto”.

Sicuramente, tutti i 30 asset criptovalutari individuati richiedono ancora un significativo lavoro esplorativo sia dal punto di vista tecnico che di conformità. L’azienda di fatti non ha garantito che tutte le criptovalute saranno infine quotate per la negoziazione, ma ha sicuramente aperto le porte a un lavoro più specifico che, peraltro, oltre a XRP riguarda anche EOS, Cardano, Stellar, Tezos, ChainLink, Mainframe e Dai.

In particolare, rammentiamo come XRP, la seconda criptovaluta per capitalizzazione di mercato, fosse stata lasciata fuori dalla piccola ma crescente lista di opzioni di Coinbase. I sostenitori di XRP hanno costantemente richiesto la sua aggiunta alla rete di Coinbase, e secondo molti un simile evento aumenterebbe il volume di transazione, di conseguenza, i prezzi.

La speculazione sul potenziale inserimento di XRP in Coinbase ha poi raggiunto un picco a marzo, in vista di un’apparizione del CEO di Ripple Brad Garlinghouse e del Presidente e Direttore Operativo di Coinbase Asiff Hirji alla trasmissione “Fast Money” della CNBC. Tuttavia, all’epoca i due manager furono coinvolti in interviste separate e non correlate. Eppure, la criptovaluta quel giorno riuscì ad apprezzarsi del 10 per cento.

Coinbase, recentemente valutata a 8 miliardi di dollari, come la maggior parte delle altre startup criptovalutarie è stata molto attenta a rimanere sul lato giusto della regolamentazione. È anche per questo che gli asset negoziabili vengono selezionati con grande attenzione, e solo al termine di una lunga valutazione.

 

Google rivede il suo bando contro la pubblicità criptovalutaria

Google, che ha bandito la pubblicità di criptovaluta dalla sua piattaforma all’inizio di quest’anno, tornerà parzialmente sui propri passi a partire dal mese di ottobre.

La sua originaria policy era stata promulgata per proteggere i consumatori dal numero crescente di cripto-truffe che hanno afflitto il mercato per anni, e che hanno raggiunto il culmine quando il prezzo di diverse valute digitali è esploso, nel corso del 2017, prima di implodere all’inizio del 2018 con effetti disastrosi. Google sembra dunque essere intenzionata a compiere alcuni passi indietro, anche se non del tutto: secondo un post sul blog di CNBC, consentirà solo agli exchange di criptovaluta – regolamentati – di fare pubblicità negli Stati Uniti e in Giappone.

Dunque, gli inserzionisti interessati dovranno essere certificati con Google per il Paese specifico in cui verranno pubblicati i loro annunci. Gli inserzionisti saranno in grado di richiedere la certificazione una volta che la policy verrà avviata, tra qualche giorno.

Facebook, Twitter, Snapchat – e anche servizi più piccoli come MailChimp – hanno introdotto a più riprese diverse restrizioni sugli annunci per le vendite di criptovalute e / o offerte iniziali di monete (ICO), un tipo di veicolo di investimento solo vagamente regolamentato e frequentemente associato a truffe e wipeout finanziari.

Al momento del divieto originario, lo staff di Google ha dichiarato di aver notato un significativo potenziale danno ai consumatori da falsi messaggi pubblicitari criptati. Su CNBC sono infatti riportate le vecchie dichiarazioni di Scott Spencer, che disse di non disporre di una sfera di cristallo per sapere dove andrà il futuro criptovalutario, ma di aver visto un danno o un potenziale di danno per i consumatori.

Google sta probabilmente allentando le restrizioni ora perché il mercato complessivo della criptovaluta si è notevolmente raffreddato. All’inizio di questo mese, il gigante bancario Goldman Sachs ha appoggiato i piani per aprire uno desk dedicato alla criptovaluta. La Securities and Exchange Commission ha aperto una cyber unit dedicata che ha iniziato a lanciare azioni di enforcement lo scorso anno, e l’agenzia ha iniziato a prestare attenzione a una serie di veicoli di investimento. La Corea del Sud e la Cina hanno anche lanciato ampie repressioni su vaste sezioni del mercato.