Nuovo sondaggio su Bitcoin fornisce risultati incoraggianti

Bitcoin? Secondo un sondaggio realizzato da un team di ricercatori per conto dell’exchange Coinbase, potrebbe dare ancora tante soddisfazioni.

L’analisi condotta negli USA ha infatti rilevato che il 18% degli studenti intervistati possiede bitcoin o qualche altra criptovaluta, il doppio della percentuale della popolazione generale, suggerendo così che la diffusione dei bitcoin e la loro relativa adozione potrebbero essere prsto in aumento.

Gli studenti sono infatti spesso valutati come anticipatori dei cambiamenti culturali e tecnologici. L’esempio più celebre è quello di Facebook, ora il più grande social network al mondo, ma inizialmente aperto solo agli studenti, prima di ottenere un’adozione di massa in tutto il mondo e, oggi, soprattutto nelle generazioni più anziane.

Tornando al sondaggio, tra tutti gli studenti intervistati il 17% ha dichiarato di ritenere che la loro conoscenza della criptovaluta e della blockchain sia molto buona, rispetto a solo il 9% della popolazione generale intervistata.

Ad ogni modo, guai a vedere il quadro in maniera troppo positiva. Il sondaggio giunge infatti dopo un esplicito un avvertimento dell’amministratore delegato di Coinbase all’inizio del mese di agosto, che spegnendo un po’ i fuochi dei facili entusiasmi ha suggerito che l’adozione di bitcoin per scopi di pagamento commerciali potrebbe richiedere “un bel po’ di tempo”.

Ancora prima – a conferma della varietà del quadro – un documento dei ricercatori dell’Imperial College di Londra, sosteneva che le valute digitali fossero prossime ad essere adottate in maniera massiva. Secondo lo studio, bitcoin e altre criptovalute diventeranno mainstream come strumenti per pagare beni e servizi entro il prossimo decennio, considerato anche che molti degli studenti intervistati da Coinbase entreranno nel mondo del lavoro.

Nel frattempo, un quarto degli intervistati da Coinbase ha dichiarato che avrebbe sicuramente preso in considerazione l’idea di frequentare un corso su criptovaluta o su blockchain. E, come intuibile, le università si stanno affrettando a soddisfare questa richiesta.

 

Bittrex apre agli scambi di criptovaluta con valuta tradizionale

I trader che desiderano entrare nel business delle valute digitali possono ora disporre di un nuovo modo per poter acquistare le criptovalute preferite usando valuta fiat come i dollari USA.

Bittrex, un exchange di criptovalute con sede a Seattle, ha infatti siglato un accordo che consente agli investitori di poter acquistare monete digitali con dollari statunitensi. Una piccola rivoluzione, per la propria organizzazione: in passato, infatti, solo le monete digitali “quotate” su Coinbase, un exchange di valuta digitale con sede in California.

Il fondatore e CEO Bill Shihara ha dichiarato alla CNBC che l’obiettivo è “espandersi verso il maggior numero possibile di mercati. Ogni cliente su Bittrex può avere accesso al trading criptovalutario con dollari USA”. L’exchange potrebbe ora contribuire a rivitalizzare il mercato: considerato che molte monete alternative potevano essere acquistate solo tramite bitcoin, il valore del bitcoin e di molte altre valute digitali ne risultava essere strettamente correlato, considerato che bitcoin poteva vantare su una domanda “indiretta” (cioè, di acquisti finalizzati solo a una successiva operazione di conversione di bitcoin con altcoin). Insomma, il valore di queste unità crittografiche alternative potrebbe ora finalmente iniziare a separarsi dai bitcoin, ha detto Shihara, considerato che più investitori inizieranno a negoziare in dollari.

Attualmente, su Bittrex possono essere scambiate circa 200 diverse monete digitali, e che presto ci saranno altre novità. “In questa fase, stiamo facendo uno stress-test del nostro sistema” – ha affermato – “Lavoriamo a stretto contatto con le banche per garantire che possano trattare i depositi e i prelievi di valuta fiat”.

Ricordiamo che, così come in molte altre parti del mondo, la criptovaluta è ancora largamente non regolamentata negli Stati Uniti. Una situazione che ha condotto molte istituzioni finanziarie e investitori ad essere cauti su tale asset class, in un panorama di frodi diffuse e falsie ICO.

Shihara ha tuttavia precisato che collaborare con le agenzie di regolamentazione degli Stati Uniti sui modi migliori per utilizzare la criptovaluta contribuirà ad aggiungere valore all’ecosistema. “Pensiamo che risolvere il puzzle normativo negli Stati Uniti possa sbloccare davvero un sacco di capitale che non può realmente essere commerciato su una valuta estera che non ha controlli e non ha corretta conformità” – ha concluso Shihara.